Fine anno, è tempo di bilanci. Quello che dirà tra qualche ora il Capo dello Stato in televisione è talmente prevedibile che non vale la pena di soffermarsi ad esaminarlo.
Semmai è il caso di dedicare maggiore attenzione alle evidenze che vanno maturando da settimane ma che buona parte degli italiani, completamente ipnotizzata dai media di regime, continua a ignorare.
Qualche esempio? Anzitutto che la gestione politica del Covid è servita a introdurre uno strumento di controllo permanente delle nostre vite (il Green Pass) che sarà mantenuto a prescindere della cosiddetta emergenza sanitaria, per diventare la condizione esclusiva d’accesso a diritti e libertà fondamentali fino a ieri considerati intangibili.
In secondo luogo che la cosiddetta emergenza sanitaria è servita a familiarizzare l’opinione pubblica con derive transumane e post-umane che vanno dall’impianto di chip sottocutanei finalizzati ad “agevolare” il controllo dello stesso Green Pass fino all’introduzione dell’eutanasia per i malati di Covid, di cui si parla ormai apertamente dalla Svizzera alla Nuova Zelanda. Ed è ovvio che quella così imboccata è una strada senza ritorno, perché prima o poi il chip sottocutaneo servirà a controllare anche se una persona è in regola con la revisione dell’automobile (altrimenti niente Green Pass e niente ristorante!) e l’eutanasia si applicherà tanto ai soggetti asintomatici quanto ai fumatori e – perché no? – a chi è depresso o soffre d’asma (con buona pace di chi ha abboccato allo slogan della “battaglia di civiltà” e ha firmato per il referendum in favore della legalizzazione dell’eutanasia, magari snobbando quello contro il Green Pass).
In terzo luogo che il cosiddetto vaccino (oggi vera condizione d’accesso all’odioso “Certificato Verde”) è una truffa di portata planetaria, poiché non è ammissibile che ogni quattro mesi ci si debba inoculare un medicinale dagli effetti sconosciuti e che vaccinati e non vaccinati siano sempre più soggetti, in prospettiva, alle stesse restrizioni.
In quarto luogo che, al di là della gestione politica del Covid (o forse proprio grazie a questa), il Governo in carica sta conducendo l’Italia, più o meno deliberatamente, all’azzeramento della proprio indipendenza politica, economica, patrimoniale, culturale e identitaria, conformemente ai diktat imposti dell’Unione europea, che da tutta questa vicenda emerge come il vero centro del male, il vero cuore di tenebra.
E, infine, che la partita dell’elezione del capo dello Stato, che si aprirà di qui a poche settimane, presenta singolari affinità con l’escalation al potere, nella Germania degli anni Trenta, del Partito nazional-socialista dei lavoratori tedeschi, che nell’arco di un paio d’anni portò al successo elettorale di Hitler (luglio-novembre 1932), alla sua nomina a cancelliere della Repubblica di Weimar (gennaio 1933) e alla fusione delle cariche di cancelliere e di presidente della Repubblica, voluta dallo stesso Hitler dopo l’uscita di scena di von Hindemburg e sancita da un democraticissimo referendum popolare (agosto 1934).
Chissà se nel 2022 gli italiani si sveglieranno finalmente dall’ipnosi collettiva e si renderanno conto di essere stati catapultati indietro nel tempo, fino al 1934.
Buon anno a tutti (per carità, senza *).