Siamo alle solite: finita una guerra, ne comincia un’altra. Dopo due anni di bombardamento mediatico sugli attacchi sferrati dal Covid e dalle sue varianti contro l’intera umanità, ecco che i media si riempiono di notizie su un’altra guerra, più tradizionale, fatta con le armi di sempre, anche se in questo caso non è neppure chiaro chi abbia iniziato a usarle.
Saremo pronti a capirlo, però, appena ce lo spiegheranno Ursula von der Lyen e Biden, i supereroi che stanno per intervenire a protezione delle nostre vite, del nostro benessere, delle nostre case calde, la cui comodità e la cui sicurezza tra poco saranno “rivalutate” anche dalla riforma del catasto.
Certo, di fronte alla minaccia di guerra, di fronte all’incubo nucleare (che tuffo nel passato, no?) l’obbligo vaccinale, la campagna d’odio e di discriminazione pianificata da molti e avallata di fatto anche dal Governo nel corso dell’ultimo anno, l’utilizzo “premiale” del Green Pass, lo stesso sistema di credito sociale sdoganato dalla infame tessera verde dell’obbedienza, tutto ciò sembra un’inezia – o al massimo un secondo fronte.
E chissà se, nel Donbass, a combattere in uniforme e col fucile in mano ci andranno solo quelli che non si vaccinano e non usano il Green Pass.