Per carità: i crediti formativi la Sapienza li dà agli studenti che partecipano all’evento di apertura della Giornata mondiale del donatore di sangue (una specie di kermesse autoreferenziale alla presenza dei soliti noti: Rettore, Ministro della Salute, ecc.). E non agli studenti che, una volta sul posto, decidano più o meno spontaneamente di donare il sangue presso le autoemoteche che – del tutto casualmente – si trovano lì.
Certo però che il passo è breve, no?
Se poi uno provasse ribrezzo e repulsione per tanto potenziale mercimonio della vita umana, ricordi che:
- fin dal 1997 la normativa internazionale sancisce il divieto di trarre profitto dal corpo umano solo con riferimento al “corpo umano in quanto tale”, facendo cioè salva ogni possibilità di intervento biotecnologico e bioingegneristico sul corpo umano medesimo;
- fin dal 2004 una direttiva adottata da quella congrega di galantuomini che va sotto il nome di Unione europea prevede espressamente la possibilità di concedere “indennizzi” per la “donazione” (sic!) di sangue, cellule e tessuti.
Diciamo che la Sapienza, con i suoi patetici crediti formativi, al confronto fa ridere.