Se, come diceva Huxley, nel mondo nuovo il controllo sociale si eserciterà sempre più attraverso strumenti di tipo premiale, allora i “premi” recentemente istituiti e conferiti ad alcuni simpatici galantuomini la dicono lunga su quanto il pubblico non abbia saputo trarre alcun insegnamento dalla vicenda Covid.
Il problema non è tanto che questi “premi” sono stati indetti dagli amici per gli amici, molti dei quali autentici professionisti della dissidenza istituzional-salottiera e quindi organici e funzionali al sistema che essi – secondo logiche culturalmente massoniche – fingono di contestare.
Il problema è che il pubblico sembra non accorgersi che questi “premi” finiscono per cancellare una parte cospicua dell’affaire Covid, per concentrare i meriti su alcuni personaggi e per creare degli imbonitori in grado di pilotare futuri dissensi verso chissà quali obiettivi, tra il plauso delle proprie vittime.
Che sia un complotto anche questo?