Nel caso non ve ne foste accorti, i casi di dengue riportati in Lombardia fanno scopa con quelli di lebbra riportati in Florida.
Entrambe malattie complesse, difficili da studiare e ancora oggi poco conosciute, di esse non si conoscono esattamente neppure le modalità di trasmissione. Nel caso della lebbra, ad esempio, si ritiene generalmente che il contagio avvenga medianti contatti stretti e di lungo periodo con soggetti infetti, ovviamente nei Paesi dove la malattia è più diffusa (India, Africa sub-sahariana, Sud America), o tramite contatti diretti con l’animale portatore del batterio che causa la lebbra (il Mycobacterium leprae), ossia l’armadillo. Ma i recenti casi registrati in Florida non risultano connessi né alla prima né alla seconda di queste ipotesi e inducono gli studiosi a ritenere che il batterio sia diventato endemico in Florida.
In attesa di ulteriori sviluppi chiarificatori, la vicenda appare singolare e misteriosa, anche se non priva di risvolti tragicomici. Provate a immaginare il paradiso dei pensionati statunitensi, dagli anni Ottanta set ideale anche per gli shooting di moda, ridotto a un Lazzaretto: roba da far accapponare la pelle, nel senso letterale del termine.
Oddio, una soluzione del mistero potrebbe anche essere la seguente. Se voleste infettare l’intera popolazione mondiale con agenti patogeni, cosa ci sarebbe di più facile che liberare nell’ambiente insetti in grado di farlo per voi? Niente. E infatti da tempo esistono e funzionano centri di ricerca, come quello di Terni finanziato da Bill Gates di cui ho parlato ieri, che studiano proprio come modificare geneticamente le zanzare per trasformarle in vettori di virus e batteri mediante la tecnica del gene-drive: anche se, ovviamente, gli scopi dichiarati sono altri e di natura benefica, tipo salvare l’umanità dalla malaria e altre cosucce del genere. Una conferma di questa soluzione viene proprio dal mainstream, che riconduce all’azione delle zanzare una delle cause della diffusione della dengue in Lombardia.
Complottismo? No: una vecchia, semplice, classica azione di guerra (stavolta batteriologica) destinata a ridurre drasticamente la popolazione mondiale per rendere il genere umano più “sostenibile” per il pianeta, soggiogando i superstiti mediante politiche totalitaristiche fondate sul terrore e sui più diversi wathever it takes e creando al contempo una infinità di effetti avversi destinati ad alimentare il luna-park della farmaceutica da qui all’eternità.
Perché non se ne parla? Chiedetelo a chi vi distrae con i dibattiti estivi sui generali dell’esercito che scrivono libri pieni zeppi di ovvietà (e sulla conseguente, prevedibilissima nascita di movimenti politici a essi ispirati) o ai sedicenti comitati etici di fondazioni più o meno scientifiche che diffondono paper di esplicita propaganda del gene-drive occultandoli dietro dibattiti apparentemente oggettivi e neutrali.
Cosa fare? Preoccuparsi, e di brutto anche, perché la prossima pandemia arriverà “al volo”.