Visto che i minori possono ormai decidere in merito alla propria identità sessuale, se del caso anche cambiando genere, perché non potrebbero decidere di intrattenersi, più o meno affettuosamente, con gli adulti?
E’ quanto si chiedono, con malcelato stupore, le Minor Attracted Person (MAP), cioè le persone che, fino a ieri, venivano chiamate pedofile da noi ignorantoni, ma che oggi invocano altre e più neutrali etichette sulla scorta di pregressi esperimenti linguistici perfettamente riusciti (dall’operatore ecologico al diversamente abile, dal migrante all’LGBTQ fino a quei simpatici asterischi che nessuno sa mai come usare).
Etichette che, tra breve, noi ignorantoni potremmo essere indotti a utilizzare per apparire a tutti i costi woke e politicamente corretti, ma soprattutto per non alimentare – mai sia – hate speech.
Del resto, un modo per ripensare alla pedofilia ce lo stanno già fornendo i progressi delle neuroscienze, che a breve potrebbero dimostrare che taluni orientamenti sessuali costituiscono la naturale conseguenza di determinate conformazioni neuronali: cosa che, da sola, basterebbe (o basterà?) a rimettere in discussione non solo l’etica, ma anche gli elementi soggettivi dell’illecito penale.
E finalmente apparirà evidente il link tra la cosiddetta rivoluzione biomedica (di cui le neuroscienze costituiscono la punta di diamante) e quel transumanesimo imposto a colpi di identity politics, trigger warning e cancel colture.
Avete voluto la bicicletta?