Ora che Israele e Hamas hanno ufficialmente firmato il cessate-il-fuoco, l’ennesimo di una guerra infinita cominciata quasi 80 anni fa, possiamo cominciare il carnage count.
Non di questa guerra, ma di altre. Prendiamo, ad esempio, i dati sull’Olocausto degli ebrei: 6 milioni di morti secondo le fonti diffusamente reperibili su Internet, quelle fonti, per intenderci, utilizzate nelle scuole per inculcare nei bambini il sacro terrore della stessa parola “olocausto” o per ricordare a tutti la necessità che simili tragedie non si ripetano in futuro.
E su quest’ultima cosa siamo tutti d’accordo. Sulla “memoria” dei dati – che tra 10 giorni giusti giusti saranno celebrati nel “Giorno della Memoria” – anche no. Perché quei famosi 6 milioni (che peraltro non si sa bene da quando calcolare: dal 1932, anno dell’ascesa al potere del Nazismo? o dal 1939, anno di inizio della Seconda guerra mondiale?) diventano 500.000 secondo fonti statunitensi dell’immediato dopoguerra, per questo motivo probabilmente incomplete.
E’ chiaro che, qualunque sia la cifra, sempre di una immane tragedia si tratta: ma, prima o poi, qualcuno dovrà pure cominciare a chiedersi sul serio – al di là di baloccarsi nel calcolo delle proporzioni – perché quei 6 milioni di morti pesano sulla bilancia della memoria storica assai più dei 20 milioni di cinesi massacrati tra il 1937 e il 1945 o dei 25 milioni di russi uccisi dal 1941 al 1945, per tacere dei genocidi degli Assiri e degli Armeni condotti tra il 1915 e il 1916.
Per il momento, l’unica cosa certa è questa: finita l’ultima guerra mediorientale, e in vista di eventuali negoziati di pace in Ucraina, è proprio giunto il momento di un’altra bella emergenza.
In questa direzione sta lavorando alacremente certa stampa, che non manca di informarci della possibilità che, dopo l’aviaria, anche la malattia del “cervo zombie” si trasmetta agli esseri umani: sguardo vitreo e fisso, aumento smoderato della salivazione, andatura claudicante, frequenti inciampi e mancanza di coordinazione ci permetteranno di riconoscere chi, tra noi, avrà assunto l’aspetto del mostro cinematografico più temuto di tutti i tempi, ex aequo con la Mummia interpretata da Boris Karloff nel 1932, che dietro di sé seminava strisce di garza.
E allora altro che Striscia di Gaza.