L’inferno demo-global-transumanista, che sul palcoscenico del nostro Paese continua a essere rappresentato da un partito il cui acronimo ricorda curiosamente qualcosa che non si può dire, sta forse perdendo mordente, non senza aver prodotto danni irreparabili.
Non sto pensando all’abietto sistema di credito sociale introdotto con il Green Pass fondato sull’obbligo vaccinale, né alle patetiche quanto sciagurate politiche di genere: penso, invece, alla deriva eutanasica promossa da quanti continuano ad abbindolare gli sciocchi che ancora abboccano all’amo della parola “libertà” (di morire).
Sarà un caso, ma da quando c’è Trump di cose diaboliche ne sono successe: la gente sta finalmente capendo che la finta pandemia – esattamente come la guerra in Ucraina – è stata solo uno strumento di distrazione di massa; che i cosiddetti vaccini anti-Covid – come ieri gli OGM e oggi la carne sintetica – servono solo a produrre effetti avversi di portata sconosciuta in grado di giustificare l’introduzione di nuove terapie dagli effetti avversi ancora più sconosciuti, alimentando così il Luna Park della farmacogenomica; che le scoregge delle vacche non inquinano più dell’ILVA di Taranto o della centrale ENEL di Cerano; che le pale eoliche hanno più o meno la funzione dei sex toys e che la bubbola del cambiamento climatico – come anche la transizione ecologica – è nient’altro che un’ecotruffa; che le ONG intascano bustarelle tanto quanto i media mainstream; che i migranti sono un’arma di destabilizzazione socio-politica, antropologica e culturale; e che il vero bersaglio da colpire è il tempio del capitalismo ultra-finanziario e digitale che sopravvive e si espande solo azzerando diritti e libertà fondamentali, e cioè l’Unione Europea.
Se di tutto questo bisogna essere grati a Trump è davvero il caso di spezzare una lancia in suo favore, più o meno come Churchill fece col Stalin di fronte all’aggressione nazista: “Se Hitler invadesse l’inferno, spenderei in Parlamento una buona parola per il diavolo”, disse il premier britannico nel luglio 1941.
Forse qualcuno dovrebbe ricordare questa vicenda al Presidente Mattarella: così, tanto per non sbagliare paragoni.