Chi non sostiene la strategia ufficiale anti-Covid è un negazionista, e questo già si sapeva. Ma ora rischia di diventare anche fascista e, perché no?, sovranista. E’ quanto si ricava da un articolo riportato oggi sulla prima pagina di un noto quotidiano nazionale, che dà conto della presenza di “neonazisti” in una manifestazione svoltasi a Berlino il 29 agosto scorso.
Nell’articolo si afferma, infatti, che “la presenza dell’estrema destra tra le fila della manifestazione anti-Covid … era inequivocabile e massiccia”.
Ora, a parte la singolarità di riportare sulla prima pagina di un quotidiano un evento risalente a 4 giorni prima, è il caso di chiedersi se essere “anti-Covid” voglia dire schierarsi contro il virus (come sembrerebbe sul piano semantico) o, diversamente, schierarsi contro le strategie ufficiali di contrasto dell’epidemia (ed è questo la risposta vincente, almeno secondo l’articolo in questione e i molti analoghi che in questi giorni l’hanno preceduto).
Le strategie di contrasto a cui sto facendo riferimento sono, tanto per intenderci, quelle che fanno leva su strumenti di natura diversa (socio-politica, tecnologica, finanziaria), ma di fatto tutti allineati e funzionali a logiche globaliste e mercantiliste: dalle misure restrittive della libertà individuale alla “tracciabilità globale” delle nostre vite, anche senza o contro il nostro consenso; dall’univocità dell’informazione mediatica, intenta ad esaltare, salve pochissime eccezioni, la lungimiranza delle scelte governative ed europee, al famigerato MES, inizialmente dibattuto e contestato e ora rispolverato e riproposto quale strumento messianico di crescita e di rilancio a tutto campo (politiche sanitarie, edilizia scolastica, ecc.).
E che si tratti di strategie organizzate e sponsorizzate dai soliti poteri forti lo sa bene chi è stato messo alla gogna (come accade in genere a chi si schiera contro l’Unione europea o contro i media) perché così ingenuo o avventato da esprimersi contro l’opportunità e l’efficacia delle misure di contenimento dell’epidemia, dall’App immuni allo stesso lockdown. Chiedetelo a quel famoso cantante accusato pubblicamente, qualche settimana fa, di “negazionismo”.
Termine, questo, già in passato utilizzato per bollare quanti si provassero a mettere in discussione le verità “ufficiali” della scienza e della politica: dagli OGM alla Xylella, chi non è d’accordo con gli scienziati da salotto televisivo è infatti un negazionista, che poi vorrebbe dire (scegliete un po’ voi) “terrapiattista”, ciarlatano, oscurantista, santone, medievalista e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare poi di quanti propongano strumenti e soluzioni fuori dal coro, su scala nazionale o addirittura locale, per i quali l’accusa di “sovranismo” è praticamente inevitabile.
Certo è che, se i sostenitori del globalismo hanno assunto anche il Covid tra le loro fila, allora vuol dire che di questa epidemia non ce ne libereremo veramente più.