Tutti a plaudire alla notizia secondo cui ben 15 Stati europei agiranno in giudizio contro l’Ungheria di quel cattivone di Orbán, colpevole di avere adottato una legge sulla protezione dell’infanzia da taluni considerata anti-LGBT.
Giusto, no? La libertà sessuale va difesa, è il caso di dire, fino in fondo.
Ma, a parte che secondo il personale parere del sottoscritto non ci sarà mai libertà sessuale finché si continuerà a parlare in termini di diversità sessuale, ci sarebbe da dire un’altra cosa: se oggi plaudiamo all’iniziativa di quei 15 Paesi che fanno le pulci alla legislazione ungherese (violando il sacrosanto principio generale di diritto internazionale che vieta agli Stati di ingerire negli affari altrui), domani non potremo lamentarci quando gli stessi o altri Paesi si intrometteranno negli affari interni dell’Italia, magari agendo in giudizio, tanto per fare un esempio, contro la legge italiana che vieta la carne sintetica.
A meno che la sovranità alimentare non scateni appetiti maggiori, o minori, di quella sessuali.