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Romania-Germania: 1-1.

Con la tracotanza degli impuniti, e la sua faccetta da eterno primo della classe che nessuno ha mai contraddetto, Thierry Breton, appena dimessosi dalla carica di commissario europeo per il mercato interno (il portafoglio più ambito in seno alla Commissione europea), ha rivolto un simpatico avvertimento alla Germania e ai cittadini tedeschi.

“Lo abbiamo fatto in Romania, se necessario lo faremo in Germania“, ha detto il nostro amico a proposito dell’annullamento delle elezioni presidenziali in Romania, in cui ha prevalso il candidato anti-europeista.

Come a dire: cari elettori tedeschi, se vi azzarderete a votare per Alternative für Deutschland, il partito anti-UE, poi non vi lamentate se qualcuno vi annulla le elezioni.

E uno come Breton sa di cosa parla: visto che è stato presidente, in successione, di Bull, Technicolor, France Telecom e, ora, Atos, conoscerà bene come si usa ed eventualmente si abusa delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, almeno tanto quanto lo sanno Zuckerberg, le cui patetiche resipiscenze tardive stanno facendo il giro del mondo, o Musk, che il mainstream accusa, guarda caso, di interferenze elettorali ai quattro angoli del pianeta.

Certo che noi italiani riusciamo a esportare proprio tutto: dall’arte alla moda, dal cibo alla dolce vita fino al linguaggio culturalmente mafioso, stile Cosa Nostra.

Chissà, magari potrebbe diventare un brand.